Fumetti

Rizzoli Lizard - 'Lucrezia e Alice a quel paese', la recensione

Il nuovo volume di Silvia Ziche celebra l'improbabile reunion fra due suoi personaggi di successo, non senza qualche sorpresa

31/10/2013

Va bene il ridere amaro, va bene il non piangersi addosso stigmatizzando le nostre paure con una sana risata. Va bene sottolineare il momentaccio con battute e gag senza per dimenticare la gravit della situazione. Ma stavolta Silvia Ziche non solo non ha interesse ad indorare la pillola, anzi, ce la propina quanto pi amara possibile. Lucrezia e Alice a quel paese (mai sottotitolo fu pi amaro) un libro che gi dalla copertina non promette risate e basta; vedremo/vedrete poi che le manterr, ma non senza coniugarle con una disamina lucidissima di quello che abbiamo e di quello che manca, e per il secondo caso diremmo che si tratta della speranza in un futuro migliore o quantomeno decente, basti guardare i segnali, in copertina, che ce lo indicano con assoluta confusione...

Si tratta di un volume veramente forte, nonostante il fatto che sia "un volume a fumetti con personaggi comici disegnati da una donna" perch, con la scusa di mettere in bocca alle due protagoniste, Alice e Lucrezia in rigoroso ordine alfabetico, considerazioni spassionate sullo stato delle cose in Italia in questo 2013. Autrice versatile a suo agio da molti anni (non staremo qui a rivelare anni di professionismo e et, non di una signora, ovviamente) sia con le atmosfere disneyane (con storie che la hanno reso molto amata e immediatamente riconosciuta dai lettori) che con la vignetta/striscia satirica in apertura/chiusura di settimanali, mensili e riviste di vario genere.

Settimanalmente presente su Donna Moderna con un commento alle ultime vicende tramite il suo personaggio Lucrezia o anche con un commento alle ultime vicende di Lucrezia stessa, donnina alle prese con, se possibile, tutti i problemi (tutti i maggiori problemi) che una quarantenne italiana pu avere (mancanza cronica di accompagnatore quantomeno decente, piccole frustrazioni sul lavoro, genitori sempre invadenti, fisico non proprio eccezionale, perenne senso di inadeguatezza ed inferiorit con finale classico rifugio in dolci e divano e televisione).

Alice una ragazza idealista ed ottimista (di sinistra, aggiungeremmo, per citare Lucio Dalla al solo scopo di poterlo citare e ricordare), protagonista di un fumetto sulla rivista Comix negli anni novanta; nel volume viene "scongelata" (non un modo di dire) e si trova, ai giorni nostri, a dover fare i conti con venti anni di immobilismo, anzi, se possibile, di peggioramenti in moltissime delle direzioni verso le quali stiamo andando.

Ci sono le note divertenti e non mortificanti, quando Alice da un lato apprezza le qualit della tecnologia moderna (nel novantacinque, ricordiamolo, erano gli albori della telefonia mobile in Italia) e dall'altra deve constatarne il contributo ad una serie di comportamenti fra il patologico e il ridicolo (quando non entrambi) grazie alle dritte che le d (con pulitissima inconsapevolezza) Lucrezia.

L'inizio del volume, quando Alice si tuffa nei quotidiani per apprendere quali e quante meraviglie siano state realizzate negli ultimi anni, un incipit molto amaro, in grado di far riflettere anche chi ormai anestetizzato da ogni senso critico nei confronti di quel che abbiamo fatto e che ha (che NON ha) fatto chi ci ha governato.

Il confronto fra Alice e Lucrezia mette a nudo noi e le nostre responsabilit; c' una scena in cui Alice chiede a Lucrezia, appunto, dove fossimo noi quando tutto quello che successo successo. E l c' un tentativo globale di scaricabarile.

Non manca un sottofondo, se possibile, ancora pi violento nei confronti del mondo ella politica; diciamocelo chiaramente, la Ziche, in questo volume, non le manda a dire di certo, si assume la responsabilit di farlo in prima persona. C' la persona che ha rapito Alice nel 1995 (e che l'ha scongelata oggi) che, da perfetto ignorante con il solo fine di gestire potere, forte solo della capacit di intortare le persone con le sue chiacchiere, si butta in politica; c', soprattutto, il riferimento alle "macchine del fango", allo spauracchio (sia il terrorismo, siano i mercati che ci assalgono) che puntualmente ci viene proposto per farci ingoiare questa o quell'altra medicina (leggasi tassa nuova iniqua e di sicuro non applicata con il criterio della progressivit).

Ed lui l'uomo del quale Lucrezia si innamora, colpita da questo virus che sembra aver colpito moltissimi italiani nel recente passato, cos facili a seguire solo vuote parole e pochi contenuti e risultati; Lucrezia rinsavir e, ovviamente con immediato resoconto su FB in modo da far arrivare la notizia in tempo reale a tutti, far capire a tutti che l'uomo dei suoi sogni un meschino intrallazzatore. Il finale del volume per, deva ancora darci qualche risposta. Lucrezia ed Alice realizzano cosa c' di male nella nostra societ e soprattutto capiscono che cosa manca, a tutti, per poterla raddrizzare.

E, fortunatamente, nelle ultime pagine, lo dicono anche a noi; giusto in tempo per dare un segnale di speranza in un libro che fa sorridere, come dicevamo, ma soprattutto fa amaramente riflettere.

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