Sergio Bonelli Editore, Texone n.28 - I pionieri, la recensione
Il Texone estivo numero 28 ci ha riconsegnato fra le mani un lavoro di Andrea Venturi, uno dei disegnatori del Ranger del nuovo corso pi amati dai lettori
20/09/2013Sono dieci gli albi (ma non le storie) disegnati da Andrea Venturi per Tex (serie regolare e Almanacco); sono quattro, invece (tre per la serie regolare ed una per il Gigante) quelli disegnati per Dylan Dog. Eppure, nell'immaginario del lettore bonelliano doc, Andrea Venturi un disegnatore di Dylan Dog, o meglio, il disegnatore di Johnny Freak; un albo, il suo secondo per l'editore di Via Buonarroti, realizzato a trent'anni che resta e rester per sempre una pietra angolare dell'intera produzione dell'Indagatore dell'incubo.
Ma se la quantit di tavole disegnate nel selvaggio West (ben pi del doppio) forse non basta a far pendere la sua carriera dal lato del Ranger, probabilmente e finalmente ci riusciranno le 224 del Texone numero 28, I pionieri, disegnato su testi di Mauro Boselli. Il numero segnato in copertina, passatemi la vena autobiografica, ogni anno che passa mi sembra pi importante, corrispondendo il primo Texone (di Buzzelli) al momento in cui ho iniziato a leggere fumetti acquistandoli in maniera sistematica.
Dietro la solita copertina opera del disegnatore della storia interna, realizzata davvero in punta di pennello e colori quasi da illustrazione d'epoca, la storia si muove apparentemente in modo lineare ma vede convergere nel finale molti archi narrative.
Nell'albo Mauro Boselli decide di infilare molte vicende e di intrecciarle fino al finale; queste vicende coprono diverse sfaccettature dell'avventuroso mondo della frontiera del vecchio west e per questo tutte parimenti significative. C' l'ex difensore della legge che sceglie la via della forza oscura, diremmo adesso, e che nel momento clou non esita a schierarsi nuovamente dalla parte della legge. C' una famiglia di futuri coloni, che intendono solo trovare un pezzo di terreno da coltivare e dove vivere felici che ha perso il figlio, un ragazzino presumibilmente rapito dagli indiani e cresciuto come uno di essi.
C' la sacrosanta caccia di Tex e dei suoi pard al cattivo di turno; c' la scazzottata e sparatoria nel saloon. Ci sono gli inseguimenti al galoppo, quelli tanti davvero per un singolo albo e le cadute da cavallo ("vieni, sali dietro di me"). Ci sono gli indiani cattivi traviati da bianchi ancora pi cattivi, che utilizzando l'alcool ne annebbiano la mente e la capacit di ragionare, rendendoli solo un esercito di cavalli imbizzarriti. C' il traditore sotto mentite spoglie, c' la tortura indiana. C' il cattivo che si finge buono che una volta rimessosi i panni del fuorilegge ritorna nuovamente sulla retta via (ok, questo magari non proprio usuale, ma una dinamica molto intrigante sovente utilizzata dagli autori, visto come interessante dipingere un personaggio che si redime). C' un Tex che questa volta non da solo e non solo fisicamente; anche nella soluzione dei problemi o nelle sparatorie sembra molto ben aiutato da Kit Carson, Tiger Jack e dal figlio Kit, in un continuo scambio di favori e di nemici fatti fuori per un pelo.
Insomma un campionario non da poco per il disegnatore bolognese che realizza un albo molto atteso dagli appassionati lettori di Tex, vista la stima e l'affetto che nutrono nei suoi confronti.
Saran parole banali ma si tratta in primis di stima molto ben riposta e di un lavoro egregiamente realizzato.
Venturi , nei fatti, un vecchio disegnatore giovane di Tex; vecchio perch ha nel suo approccio al bianco e nero le stimmate del grande autore classico (inutile far nomi, li riconoscerete da soli) e questo, chiaramente, non un male. Si respira, nelle sue tavole, nelle sue scelte per rendere un cielo notturno piuttosto che un tramonto, nel suo rendere sempre o quasi gli occhi dei protagonisti come fessure imperscrutabili, se non in primissimo piano, nel suo tratteggiare i volti, un'aria che ci fa sentire a casa, nella nostra riserva di storie classiche di Tex. Eppure, contestualmente, riesce ad essere modernissimo nelle sue dinamiche scelte di inquadratura, nell'utilizzare cavalli, uomini, calessi di quinta per dare profondit all'immagine, nel lanciarsi, in contesti drammatici, in chine particolari sui volti dei protagonisti, siano tratteggi incrociati e occhi spiritati alla Jorge Zaffino piuttosto che neri piatti sulle guance invece del normale tratteggio parallelo. Nulla da eccepire, ovviamente, sulla caratterizzazione dei personaggi che senza voler anche qui scomodare somiglianze a tutti i costi, sono assolutamente centrate, anche se ricordiamo che parliamo di un disegnatore che di tavole con i quattro pard ne ha gi realizzate davvero tantissime e quindi la cosa non dovrebbe meravigliare.
Insomma, complice la qualit, sempre impeccabile, di stampa del miglior albo della pi importante serie della Sergio Bonelli Editore, siamo, come accade quasi ogni anno, di fronte ad una uscita imperdibile per gli appassionati ma che merita un occhio di attenzione, quantomeno per capire cosa Tex, oggi, anche da un neofita, vista la moderna classicit del volume.
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