Fumetti

Intervista a Claudio Calia: 5domande5

L'autore di Dossier TAV ci parla del volume, della genesi, dell'impegno sociale, di fumetti e arte

25/06/2013

Incontriamo il poliedrico autore Claudio Calia e a lui rivolgiamo le usuali 5domande5 (in realt pi di 5, lo sappiamo bene)

Ciao e benvenuto su Postcardcult. Domanda banale per cominciare: quando e come ti venuta l'idea di parlare degli eventi collegati alla Tav in Val di Susa e se il progetto stato subito accettato.
Devo dire che in realt il titolo mi stato proposto da Becco Giallo, che ha ritenuto fossi l?autore ?adatto? a parlare di questo argomento.Dunque dalla proposta iniziale abbiamo cominciato a parlare di come l?avrei sviluppato, ipotizzando alcune strade, escludendone altre, ripensando in corsa alcune cose. Poi con loro ormai c? un certo rapporto di fiducia, dunque dopo le chiacchiere iniziali mi sono ripresentato qualche mese pi tardi con un insieme confusionario di appunti testuali, tavole complete, matite, schizzi, che in modo piuttosto illeggibile ad un occhio esterno, ma Guido Ostanel di BeccoGiallo conoscendomi evidentemente ci riuscito, componevano l?intero libro. E da l ho avuto il via per lo scatto finale.


Come spiegato nell'introduzione hai evitato la drammatizzazione degli eventi e/o la narrazione attraverso personaggi coinvolti nelle vicende. Hai raccontato in prima persona le tue riflessioni e un tuo riepilogo degli eventi. Continuando il discorso della prefazione, come definiresti questo genere e che epigoni/precedenti e che futuro vedi nello stesso?
Saggistica a fumetti? Sinceramente non lo so, senz?altro come lavoro nell?orbita del ?giornalismo a fumetti?, ma senza l?ansia da ?cronaca minuto per minuto?. L?intenzione era quella di fornire un libro a fumetti utilizzabile anche come una sorta di ?manuale?, con tutti i dati necessari e di semplice fruizione per conoscere il tema del TAV Torino-Lione. Uno dei miei crucci nel fare fumetti in generale da sempre volerlo considerare un linguaggio e dunque, penso, se un linguaggio tale pu essere applicato a tutto e non esclusivamente al tema dell??avventura?, come il fumetto generalmente percepito (e come a me appassiona tra le altre cose). Per questo i miei esperimenti col giornalismo a fumetti, o con trame pi ?tradizionali?, o nella poetry comix e nelle performance dal vivo. Dunque che dire, direi che attiene senz?altro al grande insieme del ?fumetto di realt?, se dovessimo dare per forza una definizione. E vista in questo senso, gli esempi e i precedenti sono veramente tantissimi.

Quali sono i precedenti/riferimenti grafici che hai tenuto d'occhio nella realizzazione del volume?
Pi che tenere d?occhio dei riferimenti grafici durante la lavorazione del libro, direi che ci sono cose che sono entrate in me nel tempo, non che guardo molte cose mentre disegno ? se non materiale fotografico -, e a letture cerco di tenermi ?leggero? quando scrivo, tipo che avr letto praticamente solo supereroi vari durante la lavorazione ? oltre alla saggistica del caso sul tema. I miei riferimenti rimangono certe cose di Kirby, di Munoz, di Miller, di Go Nagai, di Seth Tobocman e di Peter Kuper, direi che graficamente mi oriento in questo mondo con poi tutta una serie di interessi e visioni che mi vengono da tutt?altro: le poesie grafiche di John Giorno, la cartellonistica politica degli anni ?70, la visionariet di David Lynch, di Clive Barker? i nomi da fare potrebbero essere migliaia, e lungi da me il pensiero che mi stia anche solo minimamente paragonando a qualcuna di queste fonti. Semplicemente questi autori e le loro opere compongono una parte del mio piccolo mondo personale ed inevitabile che me ne senta influenzato e che consideri il mio lavoro frutto di queste e mille altre frequentazioni.

Ritieni che l'essere "fumetto", o graphic novel o come lo si vuol definire, insomma? il fatto che unisca una parte grafica a quella testuale possa essere motivo di maggiore appeal e interesse in libreria (o, magari di maggiore facilit di approccio)?
Io penso che il fumetto sia un linguaggio ancora tutto da scoprire e dalle innumerevoli potenzialit. Art Spiegelman ha detto che I fumetti sono una sorta di eco del modo in cui il cervello lavora. La gente pensa in forma di immagini iconografiche, piuttosto che in ologrammi, in esplosioni di linguaggio e non in paragrafi e mi sento di condividere queste parole. Poi penso anche che parte della grandezza di questo linguaggio stia nella sua tutta particolare capacit di instaurare col lettore un rapporto di complicit differente da tutti gli altri linguaggi ? almeno questo l?effetto che ha su di me! -, e che questo lo renda particolarmente appropriato per la divulgazione di informazioni in modo rapido e semplice. L?esercito americano i suoi manuali su come pulire le armi e tenere a modo le munizioni li faceva disegnare a Will Eisner, mica me lo sto inventando io! Io ora non so dirti se questo possa significare automaticamente ?maggiore appeal? nelle librerie: posso per pensare che questo pu significare un ?maggior appeal? nei confronti di scuole, associazioni, manifestazioni? un tipo di pubblico che magari non ?legge fumetti? ma legge volentieri un fumetto su un argomento che gli sta a cuore, ed prevalentemente il tipo di lettori a cui finiscono in mano i miei libri di ?giornalismo a fumetti?.

Sono di parte e non lo nascondo. Come si affronta un argomento cos frustrante nel suo essere una lampante dimostrazione di forza del potere contro la logica del buonsenso del buon vivere e perfino dei numeri (economici) senza rovesciarlo totalmente nell'opera e cercando di mantenere tutto sommato un atteggiamento aperto anche all'altra campana?
Non ho alcun problema a schierarmi apertamente, come certamente sa chiunque abbia letto un mio fumetto a caso, ma per questo libro la decisione stata di fare un?altra cosa, in un certo senso. Un libro che esaminasse un fenomeno dall?esterno, astraendosi dalle parti in campo, proprio perch ritengo che le ragioni siano cos lampanti una volta che si conoscono numeri e fatti che non necessario esporle con i toni di una curva da stadio. stato per me pi importante descrivere i fatti e sottoporli nel modo pi onesto possibile ? per cui non negando che una posizione ce l?ho ? anche a chi favorevole all?opera, senza che si sentisse automaticamente ?offeso? dalle mie parole.

Perch ritengo la maggior parte dei ?s TAV? di oggi ? quelli non apertamente implicati nei vantaggi che l?opera gli riserverebbe - in un qualche modo anche vittime, in buona fede, di un sistema incrociato tra informazione di massa e politica di ogni colore che rende esattamente l?idea degli interessi economici sul piatto. Ogni tanto dico alle presentazioni che sarei stato davvero soddisfatto della realizzazione di questo libro solo quando almeno una persona avrebbe cambiato idea nei confronti dell?opera leggendolo, fenomeno che mi gi stato fortunatamente confermato da qualche lettore e per questo posso parlarne al passato. Per cui alla domanda su ?come si affronta? un argomento cos frustrante direi semplicemente: con calma e molta pazienza.


Il sito dell'autore Claudio Calia

Il sito dell'editore BeccoGiallo

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