Pasquale Frisenda

La fantascienza in TV: Astronavi e alieni atterrano nel salotto di casa

Breve panoramica sulla storia del genere fantascientifico e sulle serie pi amate dal pubblico

12/02/2014
La fantascienza in TV: Astronavi e alieni atterrano nel salotto di casa

"C'è una quinta dimensione, oltre a quelle che l'uomo già conosce. E' senza limiti come l'infinito, e senza tempo come l'eternità. E' la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere. E' la regione dell'immaginazione, una regione che si trova ai confini della realtà."
(frase d'introduzione per "Ai confini della realtà" - 1959)

"Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di strani nuovi mondi alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima."
(frase d'introduzione per "Star trek" - 1966)

La fantascienza è un genere assai variegato, ma poiché vi è scarso consenso nella sua definizione, anche tra esperti, studiosi o semplici appassionati, le sue origini sono una questione ancora aperta, ma si collocano comunque nell'ambito della letteratura.
Essendo indissolubilmente legato al concetto di scienza, le premesse per la nascita del genere fantascientifico si formano a partire dal Cinquecento in poi con la rivoluzione scientifica, in particolare a seguito delle scoperte di Galileo Galilei (1564-1642) e Isaac Newton (1642-1727) in astronomia, fisica e matematica, e con l'Illuminismo, il vasto movimento culturale, sviluppatosi nel '700, che predica l'assoluta fiducia nella ragione, in grado di illuminare le menti, contro miti, superstizioni e di tutti quegli elementi sociali e culturali che limitano la libertà dell'essere umano.

Fino alla rivoluzione industriale del diciannovesimo secolo, il futuro della società era per l'individuo un "ambiente" piuttosto immobile: si nasceva e si invecchiava in un mondo che praticamente non cambiava, o lo faceva troppo lentamente perché ci si riuscisse ad accorgersi della cosa.
Anche se il progresso tecnologico era già in atto già da millenni nella società, lo sviluppo, pur accelerando continuamente, non era mai stato davvero percepibile dall'individuo in prima persona.
Nell'arco di una sola vita umana, erano davvero ben pochi o addirittura nulli i progressi tecnologici e le relative trasformazioni del vivere quotidiano che la società produceva e che potevano avere un impatto su di essa.

Il regno dell'ignoto non era quindi sito nel futuro (che si immaginava identico al presente), bensì altrove, in un altro luogo, in un paese lontano, magari, oppure oltre i confini del mondo conosciuto, nel Regno dei Cieli ed in mille altre località immaginarie, dove si consumavano mirabolanti avventure ed vicende aliene al vivere quotidiano.
Questo stato delle cose si alterò solo nel diciannovesimo secolo, con l'accelerazione dello sviluppo tecnologico che causò trasformazioni talmente evidenti da non rendere più concreto il concetto del possibile sviluppo futuro.
Dovendo individuare una data di nascita della moderna fantascienza, essa viene per convenzione fissata all'aprile del 1926, quando uscì negli Stati Uniti la prima rivista specializzata in inglese, "Amazing Stories" diretta da Hugo Gernsback (inventore, editore e scrittore che diede un fortissimo contributo a questo genere narrativo, tanto che, insieme a Herbert G. Wells e Jules Verne, è ricordato come il padre della fantascienza, termine da lui stesso coniato. Dal 1953 viene annualmente assegnato in suo onore il Premio Hugo per lavori di fantascienza e fantasy, durante lo svolgimento della WorldCon), tuttavia al genere possono essere ascritte numerose opere precedenti, dal romanzo gotico "Frankenstein" di Mary Shelley ai romanzi scientifici di Jules Verne e H. G. Wells, o addirittura opere molto più antiche, come alcuni studiosi che mettono in evidenza, quale testo originario della fantascienza, l'"Epopea di Gilgamesh", risalente al XXII-XXI secolo a.C., mentre altri identificano i primi elementi fantascientifici nella letteratura araba del tardo Medioevo.

Come genere definito si è sviluppato ed è diventato molto popolare nella prima metà del Novecento, quando la profonda compenetrazione tra scienza e invenzioni nella cultura occidentale aveva prodotto un interesse per la narrativa in grado di esplorare l'influenza della tecnologia sulle persone e sulla società.
Pubblicata come genere popolare di intrattenimento nelle riviste pulp rivolte soprattutto ai giovani negli anni '20 e '30 del secolo scorso, quando inizia anche a contaminare fumetti e cinema, la fantascienza ha visto la sua "epoca d'oro" durante gli anni '40, rimanendo anche dopo un genere largamente legato come immagine ad un pubblico di adolescenti e alle copertine sgargianti delle riviste.
Nel corso del tempo lo stile e i contenuti delle opere sono tuttavia maturati e i temi sono stati analizzati e innovati da nuovi e importanti autori: il genere ricevette nuova linfa dalla letteratura degli anni '60 e '70, in particolar modo dal movimento della New Wave britannica, che portò ad affrontare, con una raffinatezza stilistica non comune, temi scottanti fino ad allora accantonati dalle riviste di fantascienza, per poi essere di nuovo  rivoluzionato negli anni '80 dal movimento cyberpunk.

Il cinema ha spesso sfruttato idee e temi della letteratura, ma senza rinunciare a rielaborarli, a volte anche in modo originale.
Il risultato furono i tanti film di fantascienza che irruppero sul grande schermo negli anni cinquanta: "Assalto alla Terra" (1954) e "L'invasione degli Ultracorpi" (1956) sono tratti dai romanzi di Jack Finney, "Uomini sulla Luna" (1950) da un romanzo di Robert Heinlein, "Il risveglio del dinosauro" (1953) deriva da un racconto breve di Ray Bradbury (che trovate QUI), e "La cosa da un altro mondo" (1951), fu tratto da una storia di John W. Campbell.
Alcuni titoli di John Wyndham, invece, tra cui "Il giorno dei trifidi" e "Il risveglio dell'abisso", fornirono a loro volta una fonte importante di materiale.
Allo stesso tempo, la fantascienza cominciò ad apparire in un nuovo medium: la televisione.

Nel 1953 venne trasmessa dalla televisione britannica la serie "The Quatermass Experiment", inventata e sceneggiata da Nigel Kneale e diretta da Rudolph Cartier, è la prima produzione fantascientifica scritta espressamente per un pubblico televisivo adulto (negli Stati Uniti apparivano già in televisione eroi come "Captain Video", "Flash Gordon" e "Buck Rogers", ma i programmi erano destinati ad un pubblico prevalentemente di ragazzi e mantenevano come base la fantascienza pre-campbelliana):

Da quel momento in poi, la presenza della fantascienza sul piccolo schermo è stata praticamente perenne (con inevitabili alti e bassi qualitativi) ed è impossibile citare tutte le serie che in tanti anni hanno fatto capolino in tv (sono centinaia), quindi mi limito a ricordarne solo alcune, tra cui molte celebri anche in Italia (tra produzioni realizzate direttamente per il piccolo schermo o di derivazione cinematografica), a cominciare da "Ai confini della realtà" ("The Twilight zone" ), la serie sviluppata da Rod Serling tra il 1959 e il 1964 e che ha visto tra i suoi sceneggiatori autori come Charles Beaumont, Ray Bradbury e Richard Matheson: in ogni episodio venivano raccontate storie autoconclusive di genere sia fantascientifico che mistery o horror, sempre introdotte dallo stesso Serling (che avrebbe però voluto Orson Welles in quella parte).
La seconda serie fu trasmessa dal 1985 al 1989, e la terza tra il 2002 e il 2003.
Seppure considerata unicamente fantascientifica, la serie esplorò solo occasionalmente i temi classici della fantascienza, focalizzandosi invece su storie incentrate sulle vite di normali persone che venivano radicalmente cambiate dall'incontro con l'"ignoto", con uno squarcio nella realtà che faceva diventare credibile anche l'impossibile.
"Ai confini della realtà" contribuì fortemente a diffondere il genere fantastico sotto tutte le sue forme e sfumature, e famosi restano i suoi switching endings, in cui la visuale dello spettatore veniva ribaltata con un colpo di scena finale che ne capovolgeva la prospettiva.
Il titolo originale della serie, "The Twilight zone", "La zona del crepuscolo", è un termine col quale in aviazione si indica il momento in cui, in fase di atterraggio di un aereo, la linea dell'orizzonte scompare sotto il velivolo, lasciando per un attimo il pilota senza riferimenti:

Poi, ovviamente, è d'obbligo citare "Star trek", la serie ideata nel 1964 da Eugene Wesley Roddenberry (meglio conosciuto solo come Gene Roddenberry), mandata in onda per la prima volta nel '66 e divenuta poi una delle più popolari della storia della televisione.
Girata con un budget limitato, ebbe tra i suoi sceneggiatori alcuni celebri scrittori, tra i quali Theodore Sturgeon, Fredric Brown, Harlan Ellison, Normal Spinrad, Robert Bloch (l'autore di "Psyco") e, anche qui, Richard Matheson.
Grazie alla filosofia e alle intuizioni di Roddenberry, l'insieme presentava un'idea di fantascienza estremamente moderna e innovativa nei contenuti, anche da un punto di vista sociale e tecnologico.
Pur rimanendo una serie d'intrattenimento, "Star trek" ha infatti proposto temi importanti dal punto di vista etico e politico: per la prima volta nella storia della televisione, un giapponese, una donna di origine africana, diversi americani, uno scozzese, un alieno e un russo, nel momento in cui il mondo era spaccato in due dalla Guerra fredda, si trovavano a lavorare insieme nello stesso equipaggio, ad esplorare l'universo alla ricerca di nuove culture con cui dare vita a reciproci scambi in nome dell'uguaglianza e della pace.
La serie non riscosse subito un grande successo di pubblico, ma grazie alla passione di fedelissimi fans divenne comunque un vero "cult" e un fenomeno di costume, oggetto (assieme alle serie successive) del fandom più esteso a livello mondiale che si conosca (i fan della serie condussero una campagna senza precedenti per convincere l'NBC a non sospendere il telefilm dopo la seconda stagione ma anzi di produrre anche la terza, riuscendo nell'intento. Le repliche furono poi trasmesse per molto tempo in collaborazione con altre reti televisive e conobbero un notevole, crescente successo negli anni successivi. Dopo un'altra mobilitazione dei fan, che scrissero migliaia di lettere a tal proposito, l'agenzia spaziale statunitense, la NASA, decise di battezzare Enterprise una delle navette della serie Space Shuttle, e l'entrata in pista della navetta fu accompagnata dalla fanfara che suonava il tema della colonna sonora di "Star trek").
Dalla serie originale ne sono poi derivate ben altre cinque (di cui ) e dodici pellicole cinematografiche (le più recenti del 2009 e del 2013).
A "Star trek" sono stati assegnati vari premi tra cui: 33 Emmy, 5 premi Hugo, diversi Saturn Award, e un Oscar, su ben 14 candidature ottenute dalla serie cinematografica:

"UFO", invece, è stata ideata nel 1969 da Gerry Anderson, prodotta dallo stesso Anderson e da sua moglie Sylvia per essere trasmessa dalla TV britannica Independent Television (ITV).
Si trattò della prima serie televisiva realizzata da Anderson con attori veri (come anche in "Spazio 1999", altra sua opera), che era stato fino ad allora autore e produttore di alcune serie TV di grande successo realizzate con marionette, tra le quali "Stingray" e "Thunderbirds".
Inizialmente indirizzata al mercato anglosassone, composta di 26 episodi della durata di 50 minuti ciascuno, "UFO" fu trasmesso in Gran Bretagna dal 1970 e subito dopo negli USA:

E poi, in ordine sparso, oltre quelli già citati (ma, ripeto, non è davvero possibile inserirli tutti): "Doctor Who" (che detiene il record di serie televisiva di fantascienza più longeva), "Alien Nation", "Black hole", "Blake's 7", "Il brivido dell'imprevisto", il nuovo "Buck Rogers" del 1979, "Capitan Power e i combattenti del futuro", "Galactica" (uscita nel '78 e nata dal successo di "Guerre stellari" al cinema, che di recente ha avuto una sorta di remake), "Caprica" (serie collegata al mondo di "Galactica", di cui ne costituisce un prequel), "Continuum", "Dark Angel", "Dark Skies - Oscure presenze", "Deadly Games Defiance", "Dimensione Alfa", "Dollhouse", "L'uomo da sei milioni di dollari" e "La donna bionica", "Eureka", "The Event", "Il falco della strada", "Automan" (del 1983, nata dal successo del film "Tron", uscito l'anno precedente), "Manimal", "Falling skies", "Babylon 5", "Farscape", "La Fenice", "Firefly", "FlashForward", "Fuga dallo spazio", la serie de "La fuga di Logan" (ispirata all'omonimo film del '76), "Geni per caso", "Girovagando nel passato", la serie de "La guerra dei mondi", "In viaggio nel tempo", "Agente speciale" e "Gli infallibili tre", "Invasion", "Invisible man", "Jericho", "Journeyman",  "Kronos - Sfida al passato", "Life on Mars", "Max Headroom", "Medusa", "Lost in space", "Middleman", "Misfits", "L'ora del mistero" (serie prodotta dalla Hammer Film Production), "Outcasts", "Pattuglia recupero", poi la serie ispirata a "Il pianeta delle scimmie" (il film diretto da Franklin J. Schaffner nel 1968), i celebri "Power Rangers", "Il prigioniero", "Ralph supermaxieroe", la serie tratta da "RoboCop" (il film diretto da Paul Werhoeven nel 1987), "Roswell", "I sopravvissuti", tutte quelle collegate all'universo di "Star trek", come "Star trek: Deep space nine", "Star trek: Enterprise", "Star trek: The next generation" e "Star trek: Voyager", e poi ancora "Stargate", "Supercar", "Terminator: The Sarah Connor chronicles", "Terra Nova", "Torchwood" (prodotta dal 2006 al 2011 e nata da un'idea di Russell T. Davies come spin-off di "Doctor Who", e di cui il titolo ne è l'anagramma), "Total Recall 2070", "V-Visitors" (dell'83, e "V", il remake realizzato nel 2009), "Under the Dome", "L'uomo di Atlantide", "Wing Commander", "X-Files", "Zaffiro e Acciaio", "Lost" e "Fringe" (quest'ultime entrambe ideate da Jeffrey J. Abrams).

A queste vanno aggiunte le tante serie tratte dai fumetti, come "Flash Gordon", "Batman", "Wonder Woman", "Flash", "Smallville" o "L'incredibile Hulk".

Perlopiù sono titoli di origine statunitense, come si vede, ma arrivarono anche molte produzioni giapponesi, come "Ultraman", "Megaloman" o "Guerra fra galassie", e anche in Italia si distinsero alcuni titoli di produzione nostrana, come l'affascinante "A come Andromeda" (diretto nel 1972 da Vittorio Cottafavi e basato sullo sceneggiato "A for Andromeda", prodotto dalla BBC nel 1961 su sceneggiatura di Fred Hoyle e John Elliot, e sul successivo omonimo romanzo fantascientifico degli stessi autori. L'adattamento per la televisione italiana si deve allo scrittore Inisero Cremaschi), o "Gamma" (trasmesso per la prima volta dalla Rai nel 1975 per la regia di Salvatore Nocita su un soggetto del professor Fabrizio Trecca), e anche "Racconti di fantascienza ", dove il regista Alessandro Blasetti affrontò tre temi: "Il tempo e lo spazio"; "I mostri"; "I robot - temi classici" (presentati forse con un tocco di ingenuità, almeno nell'aspetto visivo, cosa che allora caratterizzava parte della fantascienza).
Ogni puntata conteneva tre brevissimi telefilm della durata di dieci minuti ognuno, così come la lettura da parte di Arnoldo Foà di alcuni racconti che venivano poi commentati dallo stesso Blasetti.
Gli sceneggiati venivano tratti da alcuni dei più importanti racconti di autori del calibro di Ray Bradbury, Richard Matheson, Fredric Brown e Robert Sheckley.
Visto che raramente un programma italiano è stato dedicato interamente al genere in questione, "Racconti di fantascienza" rappresenta un piccolo gioiello della televisione che non andrebbe dimenticato:


A questi vanno poi ovviamente aggiunti anche i cartoni animati (sia americani, come "Flash Gordon", "Space ghost", "Superman" e di molti altri supereroi, o la versione animata di "Star trek", che - soprattutto - giapponesi, come "Goldrake", "Il grande Mazinga", "Capitan Harlock", "Gundam", "Evangelion" e le tantissime serie che hanno avuto come sfondo personaggi robotici o eroi dello spazio infinito), che portarono la fantascienza anche negli occhi, nella mente e nel cuore dei più piccoli.

A differenza di altri generi (tra cui il western, come raccontato QUI), la fantascienza non ebbe mai uno stop nelle produzioni televisive, ma solo la necessità di cercare di adattarsi ai tempi, con situazioni e linguaggi sempre attuali in modo da non perdere il contatto con le nuove generazioni, anche se alcuni successi di pubblico, come quelli di "Ai confini della realtà", "Star trek", "UFO" o "Spazio 1999", così radicati tanto da diventare patrimonio  comune, non si sono più ripetuti (a parte forse, negli ultimi anni, la serie di "Lost").
Lo schermo televisivo ha contribuito dunque non poco all'affermazione del genere nel pubblico, permettendo al linguaggio e alle tematiche care alla fantascienza di essere diffuse, capite e metabolizzate da un vastissimo numero di persone.
Per molti di esse questo ha significato anche il primo, vero approccio al genere, il segnale di bisogno di un immaginario ampio e potente che non conosce limiti ne confini, che non si può "saziare", e che quindi, poi, in tanti casi è proseguito altrove, sia al cinema che in letteratura o nei fumetti.

Qui di seguito agevolo alcune sigle (ma anche clip ed episodi), tra le più famose qui in Italia:

"Doctor Who" (1963):

"Thunderbirds" (1964):

"Ultraman" ("Urutoraman" - 1966):

"A come Andromeda" (1972):

"L'Uomo da sei milioni di dollari" ("The six million dollar man" - 1974):

"I sopravvissuti" ("Survivors" - 1975):

"Gamma" (1975):

"L'incredibile Hulk" ("The incredible Hulk" - 1978):

"Spazio 1999" ("Space: 1999" - 1975):

"Galactica" ("Battlestar Galactica" - 1978):

"Zaffiro e Acciaio" ("Sapphire e Steel" - 1979):

"V - Visitors" ("V" - 1983):

"Automan" (1983):

"Star trek: Voyager" (1995):

"X- Files" ("The X-Files" - 2003):

"Battlestar Galactica" (2003):

"Smallville" (2001):

Buona visione!

P.S. Altri post su televisione, cinema, fumetto, illustrazione ed altro li potete trovare QUI.