Fumetti

Star Comics - I vivi e i morti, la recensione

Riduzione a fumetti di un romanzo della serie dell'Ispettore Ricciardi, scritta da Maurizio de Giovanni, a cura di Alessandro Di Virgilio e Emanuele Gizzi

14/10/2015

Ognuno ha il suo particolare approccio al fumetto; per quel che mi riguarda ritengo che il disegno abbia una parte preponderante (seppur per poco) sulla storia per farmelo piacere o meno. Difficilmente un fumetto ben disegnato lo abbandono perch scritto male; diverso il caso in cui un fumetto disegnato male rischia invece di non finire mai nelle mie mani (a scapito magari di una storia molto bella che, ovviamente, sono destinato a perdermi).

Con questo voglio dire che, nonostante in questo albo Star Comics gli scrittori siano addirittura due (uno, Maurizio de Giovanni, l'autore di narrativa che ha scritto il libro dal quale tratto il fumetto; l'altro, Alessandro Di Virgilio, lo sceneggiatore di fumetti che ha lavorato alla riduzione), ritengo sia il caso di ribaltare la recensione e parlare in prima battuta del disegno, nota particolarmente positiva in una storia che (visti i libri del de Giovanni) non era difficile immaginare interessante.

Non la prima collaborazione siculo/partenopea fra Emanuele Gizzi e Di Virgilio e, sinceramente, gli ottimi presupposti visti in passato (anche per quanto disegnato sulle pagine dell'ultima reincarnazione di Splatter da Gizzi) facevano sicuramente ben sperare per la qualit del disegno del seppur giovane disegnatore palermitano.

L'albo della Star Comics , a tutti gli effetti, battesimo di fuoco per lunghezza e importanza della storia. Prova, va detto, superata a mani basse visto che, gi dalle prime impressionanti (per bellezza e capacit di rendere con perizia la scena sotto la pioggia) tavole si capisce che il tempo delle prove superato e da molto e che ci troviamo di fronte ad un autore in grado di fornire una prova di centoquaranta tavole omogenee, dettagliate, curate e mai tirate via. Parliamo quindi sia di qualit (che pu essere presente ovunque) e di professionalit e cura (cosa che, combinata al talento, invece molto pi rara).

Il Ricciardi (il commissario protagonista dell'albo) disegnato un uomo dolente gi nei tratti somatici, impomatato come era d'uopo essere all'epoca, posato nei modi e nel modo di muoversi. Cammina lentamente circondato da personaggi molto pi folkloristici, pi grandi di lui, massicci, colorati (anche se il fumetto in bianco e nero) e complicati (come il Maione ottimamente disegnato soprattutto nei suoi passaggi a vuoto): una fauna interessantissima che viene scandagliata dagli autori (in primis da de Giovanni) a completare un dipinto di un periodo storico che non ci risulta essere cos lontano (parliamo della generazione dei nostri nonni).

Sono le mani probabilmente uno dei colpi vincenti del disegnatore; quasi sempre sono nella posizione giusta, sovente sono in bella vista a dare forza alla discussione, partecipano, si muovono, si intrecciano, vengono alzate per fermare chi sta parlando, per salutare, per accarezzare. Non sappiamo se c' stato o meno uno studio particolare della postura e del modo di parlare dei napoletani da parte di Gizzi; sappiamo solo che, come in un film girato a Napoli possibile capire cosa viene detto anche senza audio, in molte vignette di questo fumetto possibile capire cosa sta dicendo chi parla senza leggere il balloon solo vedendo il gesticolare delle mani.

L'utilizzo della china "completo"; l'autore non ha paura di utilizzare il nero per sfalsare i piani e utilizza diversi tipi di tratteggio e per evitare di amalgamare il disegno; vi sono silohuette nere su sfondo bianco, vignette senza contorno per far respirare il disegno, splash page e vignette in cui la pioggia una linea bianca su sfondo nero. Vi sono sfumature sul nero per rendere la nebbia e il fumo ed un paio, o forse pi, di serie di vignette a zoomare (chiaramente indicate in sceneggiatura) che sono particolarmente incisive e riuscite.

Della copertina dell'ottimo Carmine Di Giandomenico, causa nostra passione palese per lo stesso, invece, non parleremo proprio. Diremo solo che molto d'effetto ed impaginata con grande perizia e classe.

Resterebbe da dire della storia. Di Virgilio ci consegna una riduzione a fumetti di un romanzo piuttosto bilanciata; in centoqurantaquattro tavole imbastisce un giallo dalla conclusione, neanche a dirlo, piuttosto amara, alternando vari piani narrativi. Dalla sottotrama che ci racconta e spiega i "poteri" del Commissario Ricciardi, agli intermezzi (lo si vede, beato lui, anche nella chiosa finale, decisamente rilassato) con il medico legale (e la sua battaglia contro i fascisti), dall'altra sottotrama del Brigadiere Maione e del suo lutto mai sopito e che mai si sopir al refrain della vecchia tata Rosa che si preoccupa (e che agisce anche) di trovare una sistemazione sentimentale a Ricciardi.

Del giallo (un omicidio di un prete) non parleremo per non rovinare il finale ma, mi permetto di dire, l'albo cos zeppo di vicende, belle immagini (alcune splash page sono davvero spettacolari) e siparietti divertenti e siparietti dolenti che si leggerebbe con piacere anche conoscendone la fine.

Tanta attenzione nella riduzione a fumetti di un romanzo e tanta perizia e abilit grafica nel disegnare le molte pagine della storia.

Un albo che non avrebbe sfigurato in libreria di varia (come il "Dimmi che non vuoi morire" di Carlotto / Igort, un capitolo a fumetti della saga del personaggio di Carlotto, altrimenti declinata in narrativa) insieme ai romanzi di de Giovanni con una edizione pi lussuosa.

Il disegnatore, palermitano, non "cicca" nella rappresentazione di Napoli sia per una comune (a Palermo e Napoli) matrice architettonica che per una attenzione a non strafare cercando sempre di preoccuparsi in primis della storia e del racconto e poi delle eventuali concessioni alle panoramiche.

Siti collegati:

- la pagina del volume sul sito della casa Editrice Star Comics