Juan Gimnez - L'uomo del domani
Pasquale consiglia (25)
15/03/2014"Attraverso la sua notevole opera grafica, dalla quale si evidenzia la grande capacit dinamica che da ai disegni una valenza cinematografica, Juan Gimnez si pone cos a pieno titolo come un nuovo Jules Verne o come un George Wells del fumetto. Con lui, possiamo davvero dirci spettatori in anteprima delle visioni del prossimo millennio"
(Angelo Nencetti dall'introduzione al volume "Overload - L'arte di Juan Gimnez")
Si racconta che alla kermesse lucchese del 1998, dov'era presente con una mostra e di persona, Juan Gimnez si sia dedicato con tanta cura alla realizzazione di disegni per i fan da sollevare proteste per la sua lentezza.
Indispettito, lui ha pensato bene di iniziare a colorare le "dedicas", rallentando ulteriormente il ritmo di produzione ma offrendo a pochi privilegiati dei veri gioielli.
Non so se questa storia vera o meno, ma per me lo senz'altro (e dopo vi spiegher il perch)...
Juan Antonio Gimnez Lpez, noto semplicemente come Juan Gimenez (trovate QUI il suo sito), nasce il 26 novembre del 1943 a Mendoza, in Argentina.
uno degli esponenti pi amati dell'historieta sudamericana, scuola di fumetto che ha tra i suoi maggiori rappresentanti nomi come Alberto ed Enrique Breccia, Francisco Solano Lpez, Horacio Altuna o Jos Muoz, ma anche l'italiano Hugo Pratt (che a lungo ha vissuto in Argentina).
Gimnez inizia con fumetti di stampo classico e in bianco e nero, fortemente ispirato dal lavoro di Pratt ("Ernie Pike", "Il sergente Kirk", scritti da Hctor Oesterheld) e Lpez ("L'Eternauta", sempre con Oesterheld), ma arriva alla fama internazionale grazie ai suoi lavori a colori, molto particolari, ricchissimi di dettagli e densi di atmosfere.
Il primo impegno professionale lo ottiene addirittura a sedici anni, con una breve storia di soldati nel deserto ispirata proprio ai lavori di Hugo Pratt.
Come capit a molti artisti sudamericani, come ad esempio Vicar, Gimnez abbandona presto la vocazione verso il fumetto per conseguire il diploma di perito industriale e dedicarsi cos a quel lavoro.
I suoi (comunque pochi) lavori adolescenziali risentono come detto della massiccia influenza di Pratt e Lpez, ma ovviamente il giovane disegnatore ben lontano dall'avere la loro padronanza stilistica, e anzi estremamente rigido.
Anche se lo stile del primo Gimnez ancora grezzo, risulta comunque tutt'altro che sgradevole: la sua attenzione per troppo attratta dagli elementi meccanici (cosa che gli deriva dal precedente lavoro) e le figure umane come i paesaggi in alcuni casi ne risentono.
Queste storie sono esclusivamente in bianco e nero con una netta prevalenze del bianco ma l'uso dei retini (sicuramente altra influenza del passato da disegnatore tecnico) riesce a vivacizzare un po' il disegno, e anche l'organizzazione della tavola, pur se libera, non ancora sicura e solida come invece sar in futuro.
Sul finire degli anni '70 si trasferisce in Europa, dove, a Parigi, conosce lo sceneggiatore Ricardo Barreiro, enfant prodige et terrible del fumetto argentino: per Gimnez un incontro fondamentale, e in lui rinasce la passione per il fumetto, che da li a poco si concretizza con la realizzazione di moltissimi racconti di genere solitamente bellico o fantascientifico.
Con Barreiro firma infatti la lunga serie "Asso di Picche" ("As de Pique" - 1977), opera ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale (l'Asso di Picche un bombardiere B-17 che ospita al suo interno un eterogeneo equipaggio di personaggi molto caratterizzati), ben curata, fin nei minimi particolari, e che riesce ad evitare facili retoriche.
Barreiro dimostra di aver bene appreso la lezione dell'"Ernie Pike" di Hctor Oesterhelde le storie risultano estremamente originali o comunque sempre stimolanti (in un episodio, ad esempio, si scontrano un pilota americano ed uno tedesco e i rispettivi flashback mostrano come le loro drammatiche vicende siano praticamente la stessa identica storia).
Nessun aspetto legato al genere fantastico in questo lavoro dei due maestri che hanno raggiunto i massimi vertici delle loro carriere con la fantascienza, ma "Asso di Picche" un lavoro di grande abilit tecnica e narrativa, che trova nella ricchezza delle tavole il valido supporto per una storia di denuncia degli orrori della guerra.
Se "Asso di Picche" segna il suo (definitivo) ritorno nel mondo dei fumetti, sono "Stella nera" ("Estrella negra" - 1979) e "La Citt" ("Ciudad" - 1982) le due storie che concretizzano la sua affermazione presso il grande pubblico.
"Stella nera" (presentata in Italia a puntate sulla rivista "L'Eternauta", pubblicazione che - insieme ai settimanali "Lanciostory" e "Skorpio" - permetter ai lettori italiani di conoscere l'arte di questo autore) una storia di fantascienza pura (genere in cui l'artista ecceller, diventando uno dei maggiori riferimenti nella SF a fumetti di sempre) ed anche il primo tentativo fatto da Gimnez di realizzare un storia lunga completamente a colori (stendendo il colore in acquerello solo dopo aver tracciato i contorni a china e definito i dettagli come di consueto. Il risultato ancora lontano dall'essere maturo, ma gi ci sono tutti i segnali di un talento fuori dal comune) mentre "La Citt" rappresenta, sia per Barreiro che per Gimenez, un vero punto di non ritorno nelle loro carriere.
Con "La Citt" Juan Gimnez avverte sicuramente il distacco che queste storie prendono dalla produzione precedente, il suo tratto diventa via via pi espressivo e sente probabilmente che i tempi sono maturi per abbandonare un tecnicismo a volte esasperato (per certi versi rassicurante, ma che rischiava di diventare maniera) e lasciarsi andare a uno stile in qualche modo pi viscerale, in crescita e ancora da sperimentare.
Il volume, composto di innumerevoli storie brevi collegate tra loro, narra le peripezie dei due personaggi protagonisti, Jan e Karen, che in un certo periodo di affanno della loro vita "precipitano" in un luogo a loro sconosciuto ma allo stesso tempo famigliare (come per altre significative opere dell'historieta, come "Perramus" o "L'Eternauta", anche "La Citt" un'astuta metafora che parla di quello che allora era diventata la societ argentina e in parte sudamericana. Una necessit di raccontare a cui quasi nessun autore, in quel periodo buio, si sottratto).
Una specie di limbo, misterioso e terrificante, una sconfinata e indecifrabile citt dove tutto pu accadere (e tutto accade):"E' ormai da anni che sono naufraghi nella Citt, un luogo infinito in cui spazio e tempo si fondono, un luogo popolato da un'umanit violenta, da creature fantastiche, un luogo in cui "dietro ogni possibilit c' una trappola" e tutti cercano di sopravvivere, un luogo in cui l'unica cosa che sembra non esistere una via di uscita".
Il perch sono arrivati l e come possono arrivare ad uscirne, lo scopriranno attraverso le tante vicende in cui si troveranno, loro malgrado, coinvolti.
Sia"Asso di Picche" che "La Citt" sono in parte ispirate rispettivamente a due serie di Hctor Oesterheld, "Amapola Negra" e "L'Eternauta" (quest'ultima la vera storia/monumento del fumetto argentino), e nell'ultimo episodio de "La Citt" vediamo apparire, in un sentito e commovente omaggio, proprio Juan Galvez, il protagonista della grande saga fantascientifica di Oesterheld e Lopez (Oesterheld era di origine tedesca, e fu una delle tantissime vittime, i cosidetti desaparecidos, del governo presieduto dal generale Jorge Rafael Videla nell'Argentina di quegli anni terribili. Da un certo punto di vista, "La Citt" dedicato completamente alla figura Oesterheld, uno dei padri indiscussi dell'historieta).
In effetti, "La Citt" doveva essere inizialmente una sorta di personale "Divina Commedia" da parte di Ricardo Barreiro, in cui lo sceneggiatore desaparecido vestiva i panni di Virgilio e faceva da guida allo stesso Barreiro, novello Dante (nella versione definitiva non c' quasi pi traccia di questo progetto se non nell'ultimo episodio).
Il lavoro di Gimnez non passa inosservato (non potrebbe), e valica presto i confini nazionali destando l'interesse del gruppo editoriale americano National Lampoon, che all'epoca editava la rivista "Heavy Metal" (rivista gemella della francese "Mtal Hurlant").
Nel 1981, dalle storie migliori pubblicate sulla rivista americana stato poi realizzato "", lo sperimentale film d'animazione in cui Gimnez dar la sua impronta inconfondibile all'episodio del tassista Harry Canyon.
Da li in poi Gimnez ottiene sempre maggiore fama e un crescente interesse intorno al suo lavoro, che lo porter ad essere assunto da diverse aziende come costumista, designer, visualizer per il cinema (QUItrovate un'immagine tratta dal lavoro da lui fatto per il progetto cinematografico su "Neuromante", il seminale romanzo cyberpunk scritto daWilliam Gibsonnei primi anni '80), ma anche per collaborazioni con il mondo della pubblicit (realizzazione di layout e storyboard), copertine per riviste.
Esperienze che si rifletteranno poi anche sulla sua produzione a fumetti.
Nei primi anni '80, il disegnatore argentino collabora con varie pubblicazioni europee specializzate in fumetti d'avanguardia, come "" e la storica e fondamentale "Mtal Hurlant", ma anche con "L'Eternauta" (la gi citata rivista creata da Alvaro Zerboni nel 1982 e di cui potete trovare altre notizie QUI), e nelle sue storie arriva a sperimentare sempre nuove e spesso ardite innovazioni grafiche e narrative: in questo periodo che realizza moltissime storie brevi, tra le migliori nella pur ormai vasta produzione dell'autore, che vanno sotto il titolo di "Paradosso temporale" ("Cuestin de tiempo", del 1982, pubblicate appunto su "L'Eternauta"), in cui osserva la narrativa fantascientifica anche in maniera ironica e leggera, vicina allo stile dello scrittore Ray Bradbury e in cui dimostra di saper trattare con grande sapienza una vasta gamma di ambientazioni.
E' proprio con questa serie che Gimnez arriva a stupire tutti: "Paradosso temporale" completa una prima ed importante tappa nella sua ricerca sul colore, basata solo sui colori primari i quali diluiti, mescolati tra loro o con altre tinte permettono di ottenere tutte le tonalit desiderate.
Dalla fine degli anni '80, Gimnez inizia a cimentarsi anche nella stesura dei testi per le sue storie, in questo filone si inserisce la serie di "Leo Roa" e il volume "Il Quarto potere" ("El Cuarto poder", 1989), cose diverse tra di loro, ma che non convincono appieno.
Da qualche tempo, poi, l'artista argentino sta sperimentando nuove tecniche, come l'aerografia, gli acrilici e le immagini digitali.
Nel fumetto arriva a collaborare con alcuni dei maggiori scrittori di sempre, tra cui Carlos Trillo, Emilio Balcarcee, ovviamente, Alejandro Jodorowsky, il poliedrico autore con cui ha portato avanti l'imponente "Saga dei Meta-Baroni" ("La Casta de los Metabarones", 1992/1998), un lavoro, quest'ultimo, che risulta essere l'ennesima prova (anche se nessuno aveva pi dubbi) dello straordinario talento grafico di Gimnez, irraggiungibile nella capacit di creare scenari fantascientifici (e che fanno sfigurare, in potenza immaginifica, moltissime produzioni cinematografiche di questi ultimi decenni, sempre pi omologate l'una alle altre).
Tra i suoi lavori, vale senz'altro la pena segnalare, oltre ai gi citati "Asso di Picche", "La Citt", "Stella nera", "Paradosso temporale" e "La Casta dei Meta baroni", anche "Avamposto" e "Cronaca di tre guerre" (sempre su testi di Ricardo Barreiro); "Uno strano verdetto per Roy Ely" ("El extrano juicio a Roy Ely", del '75, disegnata su testi di Emilio Balcarce e pubblicata in Italia sul n.7 de"L'Eternauta". Si tratta di un racconto breve, in bianco e nero, disegnato davvero con grande efficacia da Gimnez e che anticipa, narrativamente parlando, molte cose che si sono viste poi negli anni a venire anche al cinema); la straordinaria "Rifiuti" ("Basura", del 1988, su testi di Carlos Trillo, che racconta di una Terra ormai degradata da secoli e trasformata in una immensa discarica. Nel disastro solo piccole aree si sono salvate. Tramite enormi tubazioni, le citt delle zone non contaminate continuano a versare i propri rifiuti nelle zone destinate a raccoglierli e che sono ancora abitate da uomini ridotti come bestie e resi deformi dalla radioattivit, che vagano da un condotto ad un altro alla ricerca di cibo. Ma la situazione destinata a cambiare e una rivolta ha inizio. "Rifiuti" considerata giustamente una delle opere migliori di Gimnez, ma anche una delle pi valide rappresentazioni di fantascienza a fumetti. Ne vedete due tavole qui sotto...); "Odissea nel Tempo"; "Gli occhi dell'Apocalisse" (su testi di Roberto Dal Pr); la breve ma intensissima "Albero senza foglie" ("Bajo el mstil sin hojas", scritta da Felipe Hernndez Cava e pubblicata nella collana "I Diritti Umani" vol. 1, ed. Comic Art).
Un volume che non dovrebbe poi mancare nella libreria di un fan di questo artista sicuramente "Overload - L'arte di Juan Gimnez" (l'edizione italiana stata pubblicata dall'Alessandro Distribuzioni).
Tra le ultime sue fatiche d'obbligo citare "Segmenti", su testi di Richard Malka, e "Io, Drago", da lui scritta e disegnata.
Se non li conoscete, sono tutti caldamente consigliati.
Ricollegandomi solo per un attimo al discorso iniziale, mi permetto di aggiungere al post un piccolo ricordo personale: nell'edizione di Lucca del 1990, ebbi l'occasione di incontrare Juan Gimnez e posso confermare la sua enorme disponibilit, anche nel valutare i disegni che mi portavo appresso (cosa che mi convinsero a fare alcuni amici, io non avrei trovato il coraggio di chiederglielo).
Il suo giudizio fu piuttosto positivo (soprattutto sui mezzi meccanici disegnati), ma non certo esente da osservazioni e critiche (cosa che mi fece dare ancora pi peso alle sue parole), e alla fine, dopo una lunga chiaccherata, mi regal questo veloce bozzetto con la dedica che vedete.
Ci ho provato a diventare un collega di Gimnez, ma non credo di esserci riuscito (ma quella dedica, allora, appena ventenne, fu un ottimo "carburante" per me).
Non per eccessiva modestia che dico questo, ma solo perch io considero da sempre Juan Gimnez uno dei maggiori disegnatori al mondo, e gente di questo livello semplicemente fuori scala.
E va bene cos.
P.S. I precedenti post, su cinema, fumetto, illustrazione ed altro, li potete trovare QUI.