Pasquale Frisenda

Settima arte (12): 'Il posto' di Ermanno Olmi (1961)

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11/02/2014
Settima arte (12): 'Il posto' di Ermanno Olmi (1961)

"Il posto" di Ermanno Olmi (Italia - 1961)

con: Alessandro Panseri, Loredana Detto, Tullio Kezich, Mara Revel, Bice Melegari, Corrado Aprile.

"I miei primi film sono storie sulla povertà ma in cui c'è sempre un po' della storia del nostro paese. Il passaggio dalle società contadine a quelle operaie, o da queste alla nuova borghesia. Ne "Il posto" lo si vede bene nella casa di Domenico, una cascina in cui non si lavora più la terra ed è diventata solo un dormitorio per gente che va a lavorare in fabbrica e in città. Tra poco in quelle stalle senza più animali avrebbero messo le Lambrette e le Seicento."
(Ermanno Olmi)

"Per la gente che vive nelle cittadine e nei paesi della Lombardia, intorno alla grande città, Milano significa soprattutto il posto di lavoro."
(scritta nei titoli di testa)

"Meda, provincia di Milano. Inverno dei primi anni '60. Il capoluogo lombardo è in pieno boom edilizio: il traffico è ovunque e i lavori urbani sono in corso dappertutto. Il giovane Domenico Cantoni lascia la Brianza per recarsi in città e cercare trovare un lavoro. Una grande azienda ha indetto un concorso per alcuni posti da impiegato, e lì, durante l'esame, in pausa pranzo, Domenico conosce Antonietta, da tutti soprannominata Magalì. Anche la ragazza, che è di Milano, sta cercando un lavoro stabile. Domenico passa le prove, ma gli viene proposto di ricoprire il ruolo di aiuto-usciere. Lo accetta, nonostante non fosse esattamente l'incarico sperato. L'esito positivo della selezione segna comunque per lui l'esordio nella vita adulta e l'indipendenza economica: l'acquisto di un impermeabile nuovo (quello che piace a Magalì), l'ingresso in ditta, i lunghi corridoi degli uffici, il primo colloquio con l'ingegnere capo e l'incarico di fattorino.Viene poi a sapere che anche Magalì è stata assunta, ma trovandosi in un altro reparto i due non riescono mai ad incontrarsi. Dopo un appuntamento mancato con la ragazza, al rientro in ufficio un evento cruciale lo aspetta: è morto un suo collega (un aspirante scrittore, che si è suicidato), e lui dovrà sostituirlo. Il suo sogno del posto fisso si è avverato, ma attraverso un fatto tragico e partendo anche dall'ultima scrivania della stanza, quella da tutti meno desiderata perché meno illuminata. Per Domenico è iniziato un nuovo, lungo anno, tra interrogativi, piccole umiliazioni e meschinità da affrontare, ma anche labili speranze...".

Il film di Ermanno Olmi traccia un perfetto e malinconico ritratto dell'Italia che cambia soto il frenetico ritmo del boom economico, con tutte le contraddizioni e le difficoltà sociali che quell'evento ha portato.
"Il posto" è inoltre una sorta di proseguimento ideale de "Il tempo si è fermato" (il primo film di Olmi, uscito nel 1959).
Il regista descrive con onestà, sensibilità e grande acume la realtà di quegli anni, raccontando la presa di contatto del protagonista - un ragazzo ancora integro nella sua disponibilità, gentilezza e intelligenza - col desolato (e intristito) mondo del lavoro.
Nel film non c'è dell'esplicita denuncia sociale, ma anzi lascia che sia lo spettatore a riflettere su quale sia il prezzo, concreto o solo ideale, che il giovane Domenico (il ragazzo di provincia dal volto un po' triste e dall'aria smarrita interpretato da un ottimo Alessandro Panseri) dovrà pagare per aver conquistato, senza nemmeno troppa fatica, il tanto ambito posto fisso.

Nonostante la quasi totale assenza di riprese da lontano, il film riesce a dare un grande senso di "incastro dell'uomo nella città", e anche se è sempre stato al passo con i tempi, Olmi (classe 1931) dirige un film quasi neorealista, con i suoni in presa diretta; le molte sequenze in esterni che ritraggono i rapidi cambiamenti urbani (come la costruzione della Linea 1 della metropolitana) della città di Milano; i rumori delle tavole calde e dei bar; l'uso del dialetto; l'utilizzo di molti attori non professionisti.

"Il posto" è un film della miglior scuola cinematografica italiana, quella che parla di noi, dell'Italia più autentica, che conosce le regole della tradizione ma che, nello stesso tempo, sa essere universale.

Qui trovate il trailer e alcune clip del film:

Buona visione!


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