Settima arte (3): 'Psyco' di Alfred Hitchcock (1960)
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20/12/2013"Psyco" di Alfred Hitchcock ("Psycho" - USA - 1960)
Con: Janet Leigh, Anthony Perkins, Vera Miles, John Gavin, Martin Balsam
"... credo sia una grande soddisfazione per noi utilizzare l'arte cinematografica per creare un'emozione di massa. E con "Psycho" ci siamo riusciti. Non un messaggio che ha incuriosito il pubblico. Non una grande interpretazione che lo ha sconvolto. Non un romanzo molto apprezzato che l'ha avvinto. Quello che ha commosso il pubblico stato puro cinema"
(Alfred Hitchcock)
"Marion Crane, impiegata di una societ immobiliare, fugge dalla citt dove vive e lavora dopo aver rubato quarantamila dollari. Prima per di riuscire a raggiungere la casa di Sam, l'uomo con cui ha una relazione clandestina, si ferma - a causa di un violento temporale e della stanchezza del viaggio - a pernottare in un motel un po' fuori mano. Da quel momento di Marion si perderanno le tracce. Preoccupata per la sua assenza, Lila, la sorella di Marion, si reca da Sam per averne notizie, ma l'uomo afferma di non averla vista arrivare. Della scomparsa della donna s'interessa anche un detective privato che, dopo aver visitato tutti gli alberghi della zona, arriva anche nel motel dove ha pernottato Marion, ma il proprietario, il giovane Norman Bates, dice di non aver mai visto la donna. Anche il detective per scompare, e Lila e Sam, per cercare di scoprire cosa sta succedendo, decidono di andare al Bates motel..."
Tratto dall'omonimo romanzo del 1959 di Robert Bloch, basato sulla tremenda vicenda di Ed Gein (che ispir anche film come "Non aprite quella porta", "Il silenzio degli innocenti" e "Deranged"), "Psyco" ha una importanza cruciale nella storia del cinema di genere, ma anche l'ultimo film di Alfred Hitchcock, con l'eccezione de "Gli uccelli", che riesce a inserire delle vere innovazioni artistiche e tecniche e a ottenere uno strepitoso successo di pubblico (che fu clamoroso, anche grazie ad un battage pubblicitario davvero vincente).
Il geniale regista inglese sposta in avanti il concetto di quello che era allora ritenuto accettabile come rappresentazione della violenza, e crea un perfetto modello di estetica visiva ed efficacia narrativa che ancora oggi non ha smesso di stupire e di essere imitato (di certo mai superato).
Prodotto a bass(issim)o costo, finanziato dallo stesso Hitchcock (e nonostante fosse uno dei registi pi celebri e in voga di quegli anni, la Paramount, preoccupata del materiale "scottante" a cui si era dedicato, lo scaric senza riserve) e sceneggiato dall'allora semidebuttante Joseph Stephano (scelto dal regista soprattutto per il carattere un po' ansioso dimostrato dallo sceneggiatore, che secondo lui poteva aiutarlo a descrivere al meglio gli stati d'animo del personaggio di Norman Bates), con "Psyco", Hitchcock riesce ad inchiodare alla poltrona lo spettatore creando sullo schermo un'altissima tensione, grazie anche ad un montaggio serrato (la scena dell'assassinio nella doccia da antologia narrativa e visiva, oltre che un vero manifesto del cinema di tutti i tempi) e a degli inusuali equilibrismi della macchina da presa (come nella scena dell'omicidio sulle scale).
La raffinata tecnica come narratore sviluppata negli anni dal regista, abbinata alla grande conoscenza del mondo del cinema (sotto tutti i suoi aspetti, non ultimo quello puramente produttivo, che gli permise di aggirare non poche censure), riescono a miscelare le forti situazioni descritte nel film senza mai farle scadere nell'effettaccio fine a se stesso (nella gi citata scena della doccia, ad esempio, non si vede mai la lama che penetra nel corpo della vittima, ma, proprio grazie ad un montaggio perfetto e calibratissimo, sottolineato dalle musiche di Bernard Hermann, che sembrano essere anche loro taglienti come lame, la sensazione ricevuta dallo spettatore proprio quella), oltre che suggerire la gamma di emozioni che si muovono all'interno dei suoi personaggi sempre in maniera sottile, senza mai troppa enfasi (come le pesanti nubi che corrono sull'enorme casa di Norman che sovrasta il Bates motel, luogo dove l'uomo ha imbalsamato la propria vita; o la lingerie indossata da Janet Leigh, bianca all'inizio del film e poi, dopo il furto commesso, nerissima e anche, in buona parte, pi sexy; e persino il cibo consumato dai personaggi, che ha sempre vaghe allusioni sessuali).
A questo si aggiunge una prova maiuscola dei due attori principali: Janet Leigh (Marion Crane) e Antony Perkins (Norman Bates).
La prima perfetta nel rappresentare le frustrazioni (economiche e sentimentali) di un'anonima impiegata che vive una difficile storia d'amore e che, colta da un raptus, ruba una grossa somma di denaro per tentare, disperatamente, di cercare una vita diversa; mentre il secondo talmente aderente alla parte dello psicopatico che non riuscir pi a scrollarsi di dosso il personaggio e se lo porter appresso come una maledizione, fino al 1992, l'anno della sua morte (un po' come accadde a Bela Lugosi per il "Dracula" di Tod Browning).
Probabilmente "Psyco" non il film pi brillante di Alfred Hitchcock, ma sicuramente risulta essere il pi viscerale.
Un titolo che riesce a concentrare molta della maestria di questo genio del cinema.
Qui trovate un trailer della pellicola, oltre che due documentari, dedicati sia alla sua uscita che alla sua genesi:
Di "Psyco" sono stati realizzati tre sequel: "Psycho II" di Richard Franklin ("Psycho II", 1982), "Psycho III" diretto dallo stesso Anthony Perkins ("Psycho III", 1986) e "Psycho IV" di Mick Garris ("Psycho IV: The beginning", 1990), oltre che uno spin-off diretto da Richard Rothstein, "Il motel della paura" ("Bates motel", 1987), e l'omonimo remake shot-for-shot diretto da Gus Van Sant nel 1998.
Buona visione!
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