Sergio Toppi - Il superbo cantastorie
Pasquale consiglia (14)
07/11/2011"Ogni mattina spargo una manciata di riso sul davanzale della finestra dove lavoro. Mi piace, dietro le tende, vedere svolazzare i miei abituali, voracissimi "clienti". Ipotesi immediata: un Toppi di buoni sentimenti, dedito ai riti di gentilezza quotidiana come provvedere alle necessità dei piccoli popoli dell'aria. Se qualcuno poi gettasse uno sguardo sulle tavole che il detto Toppi va delineando, la musica cambierebbe bruscamente: passeri pochi, ma più spesso un'inquietante fioritura di elmi a bigoncia, kriss malesi, archibugi a ruota, maglie di ferro... Un Jekill sedentario all'inchiostro di china? Troppo, forse. Più semplicemente un fenomeno normale per ogni disegnatore che frequenti d'abitudine la Signora Avventura, che dai suoi adepti esige competenze specifiche in materia. A tutto questo va aggiunto il fascino indubbio che da sempre esercitano le armi con il loro immaginario tanto ricco di suggestioni: si pensi ai colpi di luce sopra una corazza o alla curva perfetta e letale di una lama giapponese. Cosi si possono spiegare le tante tavole 'armate' della mia produzione e l'impressione giustificata che mi diverta di più a disegnare il moschetto a pietra focaia di un granatiere di Pomerania piuttosto che il rasoio trilama della toeletta mattutina..."
(Sergio Toppi dall'introduzione del fascicolo "Storia di uomini e di armi nei disegni di Sergio Toppi" del 2002).
Potrà sembrare strano, ma è davvero difficile parlare di Sergio Toppi, o meglio è difficile aggiungere qualcosa a quello che è già stato detto su di lui in questi anni.
Per molti versi è anche inutile spendere troppe parole, basterebbe guardare i suoi disegni e non ci sarebbe davvero bisogno di molto altro.
Perché l'arte (sì, di questo si tratta) che Toppi infonde nei suoi lavori è a dei livelli immensi: tutti gli aspetti del disegno raggiungono, nelle sue opere, delle vette assolute.
Inevitabilmente.
Sergio Toppi possiede un talento straordinario che si abbina ad una elaborata tecnica e nell'esecuzione delle sue illustrazioni o delle sue tavole a fumetti tutto questo emerge con una vitalità e una potenza grafica che hanno pochi eguali al mondo.
Tavole e illustrazioni che straripano di neri severi, di fittissimi tratteggi che sono tanto istintivi quanto armoniosi e precisi nel ricreare forme e volumi, di un uso assolutamente originale dei negative space, di una rara capacità di ritrarre, con acume e sapienza, i vari popoli del mondo rendendoli sempre perfettamente riconoscibili e, infine, di un'enorme cura (direi amore) per la rappresentazione delle armi, dei costumi, degli ambienti e dell'atmosfera dei periodi storici che va ad affrontare e mettere in scena.
Così Giorgio Pellegrini descrisse il lavoro di Toppi nell'introduzione di un albo a lui dedicato: "...il nero di Sergio Toppi è il principe di tutti i suoi colori, è l'anima dura del suo immaginario, il suono cupo dietro il racconto. Nel suo nero si impastano il tempo e le favole vere dell'uomo. Nero è il cavallo di questo superbo cantastorie, capace di attraversare i millenni, razziando, instancabile, un copioso bottino di immagini".
La rude potenza e l'energia che il tratto di questo artista esprimono sembrano entrare in contrasto con il Sergio Toppi uomo dal carattere gentile (anche se è stato ed è severo maestro di se stesso), ma, invece, è solo il frutto di un'estrema sensibilità, intelligenza, preparazione culturale, oltre che, ovviamente, di una sua visione delle cose del mondo.
A questo va aggiunta anche una fortissima passione verso tutto quello che è la Storia e il passato dell'Uomo, da quello più recente a quello più remoto, anche quello più barbarico, come ebbe a dire durante un'intervista che rilasciò alla fine degli anni '80 nel programma Rai intitolato Matite d'Italia.
Nato nel 1932 a Milano, Toppi è contemporaneo di altri giganti del fumetto italiano, come Hugo Pratt e Dino Battaglia.
Con Dino Battaglia condivise anche diversi interessi comuni al di fuori del disegno oltre che un percorso professionale piuttosto simile, perché, proprio come Battaglia, anche Sergio Toppi ha esordito e lavorato a lungo con riviste storiche come il Corriere dei Piccoli, Il Corriere dei Ragazzi, Il Messaggero dei ragazzi, Linus, Il Giornalino, Corto Maltese, Comic Art, Sgt. Kirk, Alter Alter e molte altre.
Durante la collaborazione a Il Messaggero dei ragazzi (nei primi anni '70), lo stile di Toppi comincia a personalizzarsi: il disegno si riempie dei suoi tipici e raffinati tratteggi e l'autore inizia a scardinare la gabbia dei fumetti di stile classico, anticipando di molto delle innovazioni grafiche che si imporranno solo anni dopo (sia in Europa che in America).
In piu, Toppi, sempre come Battaglia, sembra figlio di una tradizione di disegno e illustrazione che affonda le sue radici nell'800 (o anche prima), dove gli illustratori avevano un peso ben diverso nella società rispetto a quella che ha affrontato (e affronta) Toppi, e dove il loro ruolo era quello di impegnarsi a interpretare tanto la realtà quanto la fantasia, decifrandole per primi ed essere poi, di conseguenza, dei riferimenti assoluti nella costruzione di nuovi immaginari.
Sergio Toppi è riuscito a farlo anche nel nostro tempo, con una costanza e un impegno mirabili che gli hanno permesso di diventare uno dei disegnatori più celebri e ammirati al mondo.
La sua produzione è davvero vasta, ed è impossibile, soprattuto in uno spazio come questo, elencare tutto quello che questo autore, tra illustrazioni e fumetti, ha realizzato dall'inizio della sua carriera fino ad oggi, ma ci terrei a segnalare almeno opere come Sharaz-de e Sacsahuaman, scritte e disegnate interamente da lui e che contengono storie davvero emozionanti e tavole di assoluta bellezza, il volume Myetzko, altre splendide storie accompagnate da splendide tavole, oppure i racconti realizzati su testi di Mino Milani, raccolti poi in vari albi dalla Ivaldi Editore (I Grandi nel giallo, Samurai e altre storie, Cronache d'armi), o ancora i tre meravigliosi volumi realizzati per la mitica collana Un uomo un'avventura pubblicata dalla Cepim di Sergio Bonelli dalla fine degli anni '70 fino ai primi anni '80, collana che esordì in edicola proprio con un volume di Toppi (su testi di Decio Canzio), L'Uomo del Nilo (gli altri due sono L'Uomo del Messico, sempre su testi di Canzio, e L'Uomo delle Paludi, questo firmato interamente da Toppi).
Da segnalare sono anche i volumi Un giorno per caso e I racconti della vita, che raccolgono alcune meravigliose storie brevi scritte e disegnate dall'autore milanese per Il Giornalino.
Nel 1984, Sergio Toppi da poi vita all'unico personaggio seriale dell'intera sua carriera, Il Collezionista: un misterioso e affascinante avventuriero che si muove in ogni angolo del mondo alla ricerca di oggetti tanto rari quanto enigmatici.
Il Collezionista appare per la prima volta nella collana I Protagonisti, pubblicazione collegata alla bellissima rivista Orient express, entrambe edite dalle Edizioni l'Isola Trovata (sempre di Bonelli), e collana che comprendeva, oltre a quella di Toppi, anche altre serie create appositamente da nomi come Dino Battaglia (L'ispettore Coke), Attilio Micheluzzi (Rosso Stanton), Gino D'Antonio e Ferdinando Tacconi (Mac lo straniero).
Da consigliare è senz'altro anche il volume intitolato Sergio Toppi - Narratore d'immagini di Pietro Alligo, Angelo Nencetti e Giuseppe Pollicelli, pubblicato dalle edizioni Lo Scarabeo nel 1997 e dedicato alla figura e al lavoro di questo grande disegnatore.
Come ho detto all'inizio, (mi) è difficile parlare dell'arte di questo autore, sarebbe molto meglio (e anche più semplice) vedere i suoi lavori, che sono enormemente più eloquenti rispetto a qualunque discorso, ma in questo mi faccio aiutare da queste due interessanti video interviste (la prima è molto lunga, e la trovate integralmente su You Tube), lasciandovi direttamente alle immagini e alle parole di Sergio Toppi:
Buone letture e buona visione!
P.S. i precedenti post dedicati ai Maestri del Fumetto potete trovarli QUI.